La progressione continua verso la flessibilità degli orari di lavoro – Angelo Zambelli su Guida al Lavoro

Guida-al-lavoro-Angelo-Zambelli

L’ultimo saggio degli avvocati Angelo Zambelli e Andrea Brambilla su Guida al Lavoro n. 43 de Il Sole 24 Ore

La progressione continua verso la flessibilità degli orari di lavoro

La normativa legale, a decorrere dal D.Lgs. n. 66 del 8 aprile 2003, attuativo di pregresse direttive europee risalenti agli anni ’90, ha gradualmente rimosso molte rigidità operative concernenti la regolamentazione dei tempi di lavoro.

L’orario di lavoro, individuale e collettivo, è stato reso fortemente adattabile alle esigenze di imprese e lavoratori. Le modifiche hanno riguardato sia la nozione dell’orario, sia numerosi limitazioni. Si sono poi moltiplicati i rinvii alla contrattazione collettiva per soluzioni adattative.

La recente disciplina dello Smart Working rappresenta la formula più evoluta di flessibilizzazione del rapporto di lavoro, anche nella dimensione temporale, che l’evoluzione normativa ha fino ad ora realizzato. Il processo peraltro è ancora in corso e l’elaborazione giurisprudenziale è chiamata ad adeguarsi a tale evoluzione.

 

Premessa

Il doppio filo che lega e tiene insieme l’organizzazione dell’impresa e l’orario di lavoro impone agli operatori, ma anche a quanti intendano indagare e approfondire gli aspetti inerenti ai tempi di lavoro, di iniziare proprio da una attenta valutazione e disamina del modello organizzativo adottato a livello aziendale nel quale si inseriscono concretamente i singoli rapporti di lavoro.

Ciò risulta ancora più evidente quando si voglia esaminare la materia dell’orario di lavoro adottando la prospettiva della flessibilità, in un contesto storico, come quello attuale, che è quantomai composito e caratterizzato dal continuo progresso tecnologico e, quindi, da sempre nuovi modelli di organizzazione del lavoro e di esecuzione della prestazione.

Per tale ragione, prima di analizzare gli (ampi) spazi di flessibilità in materia di orario di lavoro previsti dalla normativa vigente (D.Lgs. n. 66 del 2003), nonché la recente spasmodica ricerca della flessibilità oraria anche mediante nuove modalità di svolgimento della prestazione, che ha segnato il graduale passaggio ad un concetto di orario di lavoro non più ancorato alla presenza fisica del lavoratore in azienda, bensì all’effettivo raggiungimento di obiettivi fissati dal datore di lavoro, pare utile ricostruire l’attuale contesto socioeconomico e i primi interventi legislativi che hanno stimolato quella che è una vera e propria rivoluzione del modello organizzativo aziendale.

Continua a leggere l’articolo