Non licenziabile il manager che segnala potenziali reati

Non licenziabile il manager che segnala potenziali reati

Cronaca di una morte annunciata. Un direttore Generale (entrato in azienda da soli quattro mesi), in occasione del CdA chiamato ad approvare la bozza di bilancio dell’esercizio precedente, muove critiche gravi e pesanti all’operato degli amministratori aziendali. La Cassazione ritiene illegittimo e ingiustificato il licenziamento del manager che “scrupolosamente” aveva messo a verbale tutte le ipotesi di reato astrattamente configurabili. Il Tribunale di Mantova e la Corte di Appello di Brescia avevano di contro ritenuto sussistente la giusta causa di licenziamento. La decisione della Corte Suprema si segnala per l’ampiezza espositiva (ben 43 pagine) e per l’enunciazione di principi giuridici condivisibili.
Tuttavia, la lettura in sentenza della relazione del Direttore Generale allegata al verbale del CdA induce più di un dubbio sull’opportunità del comportamento tenuto e di quanto denunciato: come si può pensare di poter collaborare con chi, alla prima occasione formale in un’azienda che stava uscendo da un periodo finanziariamente difficile, non si limita a una critica costruttiva ma espone l’intero CdA a pesanti responsabilità penali, sia pure solo astrattamente configurate?
La sensazione è che non vi sia dimestichezza con le realtà aziendali: eppure questa volta i giudici di merito per ben due volte avevano dichiarato legittimo il licenziamento in tronco. Sensazione di alta volatilità giuridica.
Un breve commento su Il Sole 24 Ore di oggi.

Non licenziabile il manager che segnala potenziali reati